Un gioco generazionale, una pietra miliare gigantesca che sopravvivrà a lungo, così come fecero prima di lui i primi 2 capitoli immortali della serie.
Larian si riconferma nuovamente uno studio di sviluppo chimera in questa industria fatta di servizi, scadenze, costi folli e ritmi serrati, mostrandoci come sia possibile ancora essere le eccezioni che confermano le regole, producendo un gioco dopo 6 anni di sviluppo senza sosta e riscrivendo completamente i criteri di un intero genere che, fino al giorno prima del lancio di BG3, era associato alla nicchia delle nicchie.
BG3 è quindi un capolavoro ma ciò è oltremodo riduttivo poiché è letteralmente fuori scala: vastità, scelte, possibilità, messa in scena, spettacolarità, giocabilità, tutti gli elementi che compongono un GDR a turni come vengono volgarmente detti sono qui elevati a livelli sinceramente nemmeno mai sfiorati negli ultimi anni, tolto Disco Elysium che, però, rientra nelle nicchie.
È difficile scrivere una recensione per un gioco così mastodontico che ha monopolizzato tutto il mio tempo libero da agosto e che oggi, nel momento in cui vedo emozionato i titoli di coda, non voglio assolutamente lasciare per passare ad altro perché pochi oggigiorno potrebbero reggere un tale paragone.
Volendo fare un po' di mero e cinico ordine, possiamo dire che non c'è un campo nel quale il gioco non eccella, con Larian che è riuscita, stavolta grazie alla licenza D&D, a migliorarsi in uno dei suoi noti punti deboli, ossia la scrittura, regalandoci stavolta una trama assolutamente matura, infarcita di gag e nosense tipiche dello studio belga, ma stavolta in un contesto adulto che parte in sordina prima di esplodere nell'epica più epica possibile, con un accompagnamento musicale anche questa volta superlativo (e in particolare ci sarà una bossfight che vorrete rifare allo sfinimento proprio per la sua colonna sonora).
Il sistema della 5e è trasposto come meglio, onestamente, non si poteva chiedere di fare: peccato per i soli 12 livelli e la fine della progressione quando si raggiunge praticamente poco più di metà gioco, ma è comprensibile che i livelli successivi avrebbero comportato beghe e problemi molto complessi da gestire.
Sempre restando in casa Wizard ho anche apprezzato le enormi libertà che i Larian hanno avuto il coraggio di prendere nella scrittura della trama è che avrà enormi ripercussioni sulla ultra decennale storia dei Forgotten Realms: non dico altro ma spero davvero che tutto ciò diventi canone.
Poi, ciliegina sulla torta, compagni di viaggio belli e reali come non se ne vedevano da Dragon Age Origins, con l'accampamento che, in quanto a funzionalità ancora non raggiunge quello del mitico titolo EA, ma come atmosfera lo richiama tantissimo, regalando dei momenti di pura emozione.
Nelle saghe storiche è sempre difficile che i capitoli successivi possano risultare migliori dell'originale, sia per originalità che per una lente di nostalgia distorcente con cui spesso si guarda a questi prodotti che a volte sono più vecchi di figli, fratelli o nipoti che abbiamo attorno; eppure in questo caso BG3 con delicatezza e fermezza prende il posto dei primi 2, imponendosi come nuovo e prepotente pietra di paragone per tutti i titoli a venire che, con timore, dubito fortemente potranno mai avvicinarcisi nel breve periodo.
Ma se dovesse servire aspettare altri 6 anni affinché Larian sviluppi qualcosa di simile allora posso aspettare e sperare nel frattempo che il supporto a questo gioco duri il più a lungo possibile perché dopo averlo atteso 20 anni, averlo giocato per 4 mesi mi sembra davvero troppo, troppo poco.

Cheers...ad Avvizzito Party Planner.