Viviamo, mio Richardo, e giochiamo
e le chiacchiere di quei cappellari
valgano per noi meno di 0.33 ref
Le partite possono finire e reiniziare:
ma noi, una volta tramontata la nostra breve vita,
ad una queue (leggasi queque) eterna saremo costretti.
Giochiamo mille partite, e poi cento,
Poi altre mille, e poi ancora cento,
poi mille di seguito, e poi cento.
Poi, quando ne avremmo giocate molte
migliaia, le rimescoleremo, per non sapere
quante sono, o perché nessuno possa provare
pietà per noi, sapendo della nostra vita sprecata.

David era sempre stato appassionato di dota, un gioco di strategia online che lo aveva completamente rapito sin da quando era bambino. Passava ore e ore al computer a giocare con i suoi amici e a sfidare avversari da tutto il mondo.

Ma David aveva un'altra grande passione nella vita, oltre al dota: le fave. Amava cucinarle, mangiarle e persino coltivarle nell'orto di casa sua. Era un vero e proprio fanatico delle fave, tanto che i suoi amici avevano deciso di soprannominarlo "Favid" in onore della sua passione per le fave e del suo nome.

Da quel momento in poi, tutti lo chiamavano Favid, anche durante le partite di dota. Era diventato un vero e proprio nome di battaglia per lui, un modo per ricordare a se stesso e agli altri che aveva una passione per le fave che andava ben oltre il semplice gusto.

E così, Favid divenne il suo nome ufficiale tra gli amici e nella community di dota, e da allora non ha mai smesso di coltivare la sua passione per le fave e per il gioco che amava tanto.