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Che poi, detto fra noi, questo è il mio stesso atteggiamento per quanto riguarda molti giochi.
Ad esempio, ragionevolmente poco tempo addietro, ho dato una risposta anche più passivo-aggressiva di questa in un thread di "Going Medieval" in cui molti giocatori italiani cercavano di promuovere una traduzione del gioco nella nostra lingua.
Ora: Going Medieval è un simulatore di colonia, quindi davvero, di roba da tradurre c'è poco per non dire niente. Si potrebbe benissimo evitare di convogliare sforzi e risorse per fornire traduzioni in italiano, e piuttosto concentrarsi su questioni più importanti, visto che il gioco è ancora in Early Access: questa è tutt'oggi la mia opinione in merito.
Ma sarei disposto a NON desiderare traduzioni in italiano anche di giochi del calibro di Crusader Kings e Victoria, Disco Elysium, i vari Call of Duty (anche se qui entriamo già in territorio ostile), in generale gli *RPG molto testuali, qualunque RTS, e praticamente una miriade di altri giochi dei più disparati generi.
Può sembrare un paradosso, me ne rendo conto: perché lasciare ad esempio un Pillars of Eternity od un Planescape Torment totalmente in inglese senza battere ciglio, ed agitarsi come una manticora dipsomane ed idrofoba quando si tratta di Starfield? Dopotutto, è pur sempre un ARPG, quindi perché la solfa dovrebbe essere differente?
Innanzitutto, non ci sono pause, tattiche o meno. Quindi col kaiser che "aspetta, metto un attimino in pausa 'sta sequenza cinematografica per leggere cosa sta dicendo 'sto tizio, che tuttavia sta parlando sopra a 'sta tizia, che a sua volta sta interrompendo il saluto non interattivo del minatore di passaggio".
Secondariamente, il punto focale, che anche l'Original Poster LOTMoican riporta, è questo (citazione testuale): "all bethesda games are always been translated into Italian".
Magari non proprio "all", eh, non tutti tutti tutti, per amor d'onestà: vedasi The Elder Scrolls Online - a mio avviso per ovvi motivi, tanto più che Bethesda qui funge solo da Publisher - e Morrowind.
Questo significa, in soldoni, che ci hanno abituati bene. Ci hanno abituati bene... ma ora ci strappano il sorso con viso di furia, parafrasando ab mentula canis[resistenzaoraesempre.wordpress.com] un Brecht qualsiasi.
Contrariamente al buon @Cornelius, di cui pure sposo quasi tutti i punti di vista, personalmente non credo che le Istituzioni possano fare alcunché. Il Melting Pot[en.wikipedia.org], che trova forse la sua massima ragion d'essere nella Americanizzazione[en.wikipedia.org], deve pur continuare, no?
A tendere, i paesi cosiddetti occidentali/westerners tenderanno a deviare verso oltreoceano. Saremo tutti statunitensi, per dirla al contrario.
Quindi perché opporsi all'inevitabile? Come mai si nutre ancora speranza non soltanto di non essere assimilati stile Borg (perlomeno, non completamente) e anzi, di essere considerati con maggior rispetto? Soprattutto, perché frignare quando il rivoluzionario titolo Bethesda, per la prima volta dopo un ventennio di giochi che, per quanto godibilissimi, sono stati vieppiù un copia e incolla - parziale a piacere - di meccaniche e "lore", NON presenta il voice acting in italiano?
Sono indeciso se ammirare o se invidiare le persone come voi, @Kokomo e @shlizzrd, perché sarete fra quelli che non incontreranno particolari difficoltà in quello che, ricordando scherzosamente Huxley, è o perlomeno sarà il Mondo Nuovo.
Ma noi poveri idioti, noialtri cavernicoli che riteniamo lo stile di una Antonia Pozzi o di una Ada Negri superiori a quello di una Emily Dickinson che ti fa venire l'asma con tutte quelle pause e quei trattini o di una Virginia Woolfe britannica che adotta termini aulici abbinati ad una bellissima metrica per esprimere concetti che, sotto sotto, son quasi sempre pacchiani ed insignificanti; che riteniamo "Il Nome della Rosa" godibile quasi quanto un romanzo dell'Arthur Conan Doyle (che pure era inglesissimo); oppure, ancora, che leggiamo a bocca storta quel razzistone di Lovecraft senza avvertire da nessuna parte i prodromi della Verità Rivelata, e Poe ci fa lo stesso effetto di un pediluvio pseudo-omeopatico a base di ortica... ecco, per gente come noi provo solo pena. Afflizione. Magari pietà. Tristezza a palate, volendo palpeggiare virtualmente il Mariottide di Macciocapatondiana memoria.
Anche questa volta, com'è logico, noi miserrimi e laceri imbecilli finiremo a bocca asciutta: non ci sarà mai alcun doppiaggio in italiano, in Starfield. Questo lo sappiamo già molto bene. Mi domando invero se non sia proprio questa improbabile espressione di mono no aware a farci cringiare (?) con più veemenza. Vorrei che questo gioco, Starfield, possa fungere da ichigo ichie: un'esperienza bellissima che tuttavia non è destinata a ripetersi in eventualissime reiterazioni successive, ed è bellissima proprio in forza di questa irripetibile unicità, per così dire.
Davvero, vorrei che Starfield fosse una delle nostre parentesi ichigo ichie ideali del 2023: va bene, niente italiano per stavolta, ce la godiamo ugualmente - magari la prossima volta, nel 2047 su Marte, l'italiano ci sarà, e quello sarà tutt'altro genere di ichigo ichie.
E invece, se mai dovesse uscire uno Starfield 2, segnatevi queste mie parole: sarà già un traguardo avere il doppiaggio francese (con buona pace dell'Africa del Nord, del Canada e di altre ex colonie) e tedesco (gli austriaci mi fanno tenerezza, lo confesso). Il doppiaggio spagnolo se la caverà meglio per il semplice fatto che è un idioma adoperato in un sacco di posti (Centro America e tipo i tre quarti del Sud America, tanto per dire, lasciando perdere atolli, penisole e la bistrattata e negletta Cuba).
Quelli che hablano espanol - non tanto quelli che vivono propriamente in Spagna, perché teoricamente[en.wikipedia.org] sono meno di noi italioti - son davvero tantissimi.
La buona novella è che, per allora, grazie soprattutto alle nuove generazioni che hanno la meravigliosa facoltà di assorbire ogni genere di conoscenza, ogni forma di sapere, ogni innovazione ed ogni tendenza come una spugna, la quasi perfetta totalità dei videogiocatori sarà già stata debitamente americanizz- pardon, anglofonizzata. Sempreché il termine "anglofonizzato" esista, cosa della quale dubito fortemente: non ho voglia di chiamare la Crusca per sincerarmene, lo confesso. E poi, basterebbe che un qualche statunitense di rilievo se ne uscisse con "anglicization"[en.wikipedia.org] sbandierandolo urbi et orbi, proprio come è accaduto col "politically correct" aka politicamente corretto di statunitense conio, et voilà, les jeux sont faits. Oddio, aspetta...!
Insomma, quel che volevo dire è che, a tendere, non ci sarà più bisogno di piangersi addosso: l'inglese sarà addivenuto seconda lingua nazionale a pieno titolo - trentini, ladini ed alto atesini muti! - e tutto sarà più facile, né si leveranno mai più cori di protesta che manco a San Siro. O magari ci sveglieremo sudati, vai te a sapere.
Ragazze e ragazzi, sono saltato su questo carrozzone con voi unicamente perché il mio cuore sanguina. Non nutro alcuna speranza di poter sensibilizzare chicchessia e, come scrivevo sopra, sono moderatamente certo che NON ci sarà alcun doppiaggio italiano in Starfield. Neanche se l'intera comunità di gamers della penisola si metta a pestare i piedi simultaneamente con inedita ed inusitata possanza (riuscendo però, di converso, ad affondare definitivamente Venezia).
Il mio cuore sanguina, dicevo; ed una belva ferita compie azioni meno ponderate, per non dire apertamente sciocche. Questi miei "rant" altro non sono che l'esternazione illogica di tutto questo dolore.
Ci hanno pisciato in testa per l'ennesima volta, patatin@. Tocca scendere a patti con questa cosa - in fin dei conti, dai, stiamo parlando di un semplice videogioco, non è così? E chissenefrega se questo è solo un ulteriore esempio, l'insignificante ciliegina sulla torta.
Chissenefrega se ormai più della metà della gente che ci circonda mangia pane e memi, ha i santini degli influencer [non necessariamente italiani] sul comò, monetizza videogiocando invece che videogiocare in totale purezza ed ascetica contemplazione per amor del gioco in sé, si esprime in conati di vomito quando sente "telelavoro" al posto di "smart working" o è un evangelista dell'Urban Dictionary: gli "sbagliati" siamo - e restiamo - sempre e solo noi. Le Istituzioni corrotte della nostra precedentemente gloriosa Repubblica delle banane, diciamocelo chiaramente, se la cavano meglio a preservare lo status quo della loro oligarchia che non a governare questo paese allo sbando, né sono capaci di presentarsi in maniera rispettabile ed onesta al resto dell'Europa e del mondo intero: il peso politico dell'Italia sullo scacchiere internazionale è pari a quello della piuma di Maat durante la pesatura del cuore dei defunti, parliamoci chiaro, giacché ritengo particolarmente necessario aver sempre contezza dei propri scheletri nell'armadio, a prescindere dal contesto momentaneo.
A volte vorrei avere già cent'anni, in modo sia necessario rimanere a soffriggere ancora per poco nella pastella stracotta, unta, bisunta e bruciaticcia di questo mondo di palta prima di fare ciaone a mano tesa a tutto e tutti.
E invece ciccia.
Troppo vecchio per ricordarmi ancora l'equazione della circonferenza senza sbirciare sul prontuario, ed al contempo troppo giovane per poter già prenotare un catafalco presso un qualche cimitero monumentale di canicattì senza portarmi sfiga da solo.
Via, vorrà dire che nell'attesa della fine, mi consolerò con Starfield e col suo ottimo italian dub, vero non plus ultra della professionalità adamantina di Bethesda e facente funzione di faro di Tirion per mostrare la via ai naviganti dispersi e confusi comunemente noti come Developers, ovverosia Sviluppatori.
Ah, no. Come non detto.
Bazinga!
Bazinga!