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Posted: Aug 16, 2018 @ 3:45pm
Updated: Dec 18, 2019 @ 2:51pm

TRA MUSOU E RPG
Il genere musou, relativamente sconosciuto in occidente, è tornato recentemente in àuge grazie alla stipula di accordi di collaborazione tra lo sviluppatore ω-Force (Koei) e alcuni tra i più importanti franchise del mondo videoludico (e non solo): Zelda, Attack on Titan, Hokuto no Ken, One Piece.
L'espressione musou, che può essere letteralmente tradotta in "incomparabile", lascia sottintendere la tipologia di gioco a cui il termine si riferisce: il giocatore comanda un personaggio di incommensurabile potenza, che da solo è in grado di sbaragliare interi eserciti. La serie di Dinasty Warriors è l'esponente principale del genere e, se il titolo non vi dice niente, sappiate che è uno dei franchise più popolari nel Sol Levante.
Se prima di Dragon Quest Heroes (DQH d'ora in avanti) i titoli musou si limitavano a camuffare i personaggi di Dinasty Warrior con le skin di Link, piuttosto che Kenshiro o Monkey D. Luffy, lasciando le meccaniche di gioco pressoché invariate, in occasione della collaborazione tra ω-Force e Square-Enix si è deciso di fondere due generi apparentemente diversi tra loro ma che, inaspettatamente, sembrano invece favorire una naturale simbiosi (un po' come la musica classica con il metal o, per i più temerari, la Nutella con la banana).

GAMEPLAY
Come da tradizione musou, il giocatore vestirà dunque i panni di un personaggio ripreso direttamente dal mondo di Dragon Quest e lo guiderà in battaglia contro orde composte da centinaia di nemici, all'interno di campi di battaglia delimitati e con obiettivi specifici, che possono richiedere l'eliminazione di un determinato numero di avversari, la difesa di un punto strategico o la scorta di un particolare personaggio, in una sorta di ibrido tra DOTA e un hack'n'slash. DQH aggiunge però nuovi elementi al genere (ripresi in parte dal genere RPG), permettendo ad esempio di utilizzare un party composto da quattro personaggi (switchabili durante il gioco con la pressione del tasto LT del controller XBox), ognuno dei quali ha le proprie caratteristiche e abilità.
Il combat sistem è molto semplice e intuitivo: al di là delle proprie caratteristiche peculiari, ogni personaggio ha a disposizione due attacchi: uno leggero (tasto X) e uno pesante (tasto Y). LB è adibito alla parata, mentre RT attiva l'utile schivata. Tenendo premuto il pulsante dorsale RB si possono attivare tre abilità speciali, abbinate ai pulsanti X, Y e B, oltre che un attacco finale assegnato al pulsante A, previo il riempimento della barra di tensione accumulata infliggendo danni ai nemici, subendone dagli stessi o semplicemente tenendo premuto il pulsante B.

La nave volante Nubirock fa da hub centrale, all'interno della quale il giocatore può sviluppare le caratteristiche dei vari personaggi (tramite un sistema di crescita ripreso dai classici RPG della serie Dragon Quest), creare nuove armi ed equipaggiamenti e ovviamente scegliere quali missioni affrontare. Il gioco conta 104 missioni secondarie, oltre alla main quest. La storia principale è forse il punto debole del gioco, piuttosto lineare e senza grossi colpi di scena, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe invece da un titolo della saga di Dragon Quest, seppure uno spin-off. A parziale giustificazione, faccio però notare che parliamo pur sempre di un musou e non di un RPG (e questo concetto pare non essere stato capito da molti utenti... oltre che da alcuni recensori di professione).

STORIA
La pace nel Regno di Arba sembra svanire in un'istante quando i mostri, che vivevano in armonia con gli esseri umani, perdono improvvisamente la ragione e attaccano gli abitanti del castello. Per puro miracolo Lucyus e Aurora, guardie personali del Re Doric, riescono a salvare il loro sovrano e fuggire con lui. Ben presto si renderanno conto che la maledizione che ha colpito i mostri del regno di Arba è estesa all'intero continente e il responsabile sembra essere un misterioso sciamano. Oltretutto, durante l'avventura si uniranno al terzetto iniziale nuovi eroi provenienti da altri mondi colpiti dalla stessa maledizione. Si tratta ovviamente di un espediente narrativo necessario per giustificare la presenza nel gioco di svariati personaggi provenienti da diversi titoli della saga di Dragon Quest (Kiryl, Alena, Maya e Psaro da DQ4, Bianca e Nera da DQ5, Terry da DQ6, Yangus e Jessica da DQ8).
Come facilmente intuibile, lo storia, piuttosto debole e banalotta sul piano narrativo, è un mero pretesto per menar le mani e si svolge in modo lineare, senza infamia e senza lode.

GRAFICA E SONORO
Vera chicca di DQH è invece il comparto grafico. Il cell-shading, seppure non ai livelli eccelsi di altri giochi, è comunque di ottimo livello. Il character designer della serie di Dragon Quest è da sempre Akira Toriyama e il suo tratto è chiaramente distinguibile.
Tutte le armi, le armature e gli oggetti presenti in DQH sono ripresi dal mondo di Dragon Quest, e il titolo non può che giovarne. Ovviamente anche i mostri presenti nel gioco provengono dalla saga principale: ritroveremo dunque gli Slime, i Vampistrelli, i Draghi e tutti gli altri mostri che erano già presenti negli altri titoli. Tutto questo rende DQH diverso dai classici musou e lo pone su un piano artistico nettamente superiore.
Infine, ma non per importanza, non posso non citare le musiche che dal 1986 contraddistinguono la serie. L'overture di Dragon Quest ha segnato una svolta nel mondo dei videogames, tanto che qualunque titolo uscito dopo quell'anno si è ispirato ad essa (eh sì, persino Final Fantasy).

CONCLUSIONI
Dragon Quest Heroes: l'Albero del Mondo e le radici del Male è riuscito nell'incredibile tentativo di svecchiare il genere musou e migliorarlo enormemente sul lato artistico, soprattutto perché può contare su uno stile grafico di prim'ordine e su una colonna sonora incantevole. Restano tutti i limiti insiti nel genere (soprattutto la ripetitività propria dei musou), sebbene la componente ruolistica mitighi in parte tali difetti. Se siete fan del genere musou, DQH è certamente un acquisto obbligato; se invece siete fan di Dragon Quest, non è detto che DQH possa piacervi.
Sta di fatto che, tra i titoli di Omega-Force, questo è certamente il più curato sul piano artistico e introduce nuove meccaniche e spunti che fanno ben sperare per il futuro del genere.

COLLEGAMENTI ESTERNI
->CLICKA QUI<- per ascoltare l'overture di Dragon Quest diretta da Koichi Sugiyama.
->CLICKA QUI<- per leggere la recensione di Dragon Quest XI


NOTE
Se avete apprezzato la mia recensione mettete un Like, se non vi è piaciuta mettete un Dislike; in ogni caso lasciatemi un commento e, qualora lo vogliate, indicatemi i particolari del gioco che volete approfondire o che magari non ho trattato.
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2 Comments
[o.O] Shogun Aug 18, 2018 @ 9:55am 
Thank you mate ;)
SGT Sagara Aug 18, 2018 @ 9:39am 
Letta e piaciuta, è divisa in paragrafi alla perfezione. ottima recensione per un ottimo titolo. :theplayboy: