Recent reviews by Falcodelta23

Nel consigliare DOOM Eternal non posso che partire mettendo in guardia dal fatto che non ci troviamo di fronte ad un more of the same di DOOM 2016. La somiglianza con il predecessore infatti è solo apparente; Eternal prova a ripensare quasi del tutto il sistema di combattimento, e sono sicuro che in molti troveranno fatica a digerire le nuove meccaniche.
Di fronte alla valanga di demoni che ci verranno buttate contro il gioco ci costringe infatti ad essere costantemente in movimento, saltare, sfruttare i portali, mentre il nuovo gunplay è deliberatamente pensato per incoraggiare il continuo uso di armi diverse, alternate con glory kills, motosega, lanciafiamme e quant'altro necessario per far droppare ai cadaveri dei nostri nemici quello di cui abbiamo bisogno in quel frangente (munizioni/vita/armatura).
Questo "balletto" può all'inizio risultare spiazzante è vero, e specie alle difficoltà più elevate ogni combattimento può essere estenuante, ma una volta assimilata la sinergia delle nuove possibilità di gioco e imparato a combinarle nella maniera più profittevole, si proverà una grandissima soddisfazione nell'affrontare orde infernali sempre più nutrite e pericolose.
Il gioco infatti ha sì un sistema di perk ed upgrade ad aiutare lo slayer, ma la vera progressione sarà quella del giocatore, sempre più consapevole degli strumenti a sua disposizione e quindi sempre più carico di adrenalina e assetato di violenza xD

Con questo capitolo Capcom fa decisamente centro, andando ad attingere da quanto di meglio proposto dall'odierna produzione horror (il pensiero non può che andare all'eccellente Alien Isolation) e combinandolo con un'atmosfera riuscitissima di degrado e squallore.
Il gameplay è caratterizzato da un'esplorazione lenta ed intensa, a tratti carica di tensione per il terrore di incontrare un membro della famiglia Baker, e per un buon 90% del gioco gli scontri sono sporadici ma impegnativi.
Ciascuna delle aree in cui si sviluppa la campagna è ben caratterizzata e richiede un approccio leggermente diverso, assicurando una buona varietà, in combinazione anche con l’espediente delle mini avventure su VHS, mentre il backtracking è limitato tutto sommato a ben poca cosa, e per lo più volontario se si insegue qualche risorsa extra o piccolo power-up.
Davvero ottime poi le boss fight che scandiscono il nostro avanzare tra le suddette aree, ad eccezione del boss finale, che a ben vedere non può forse neanche definirsi tale. In generale sono proprio le battute finali a stonare un po' con il resto del titolo (il 10% cui alludevo prima, in cui mostri e munizioni aumentano vertiginosamente), ma glielo si perdona tranquillamente.

Piccola nota per i DLC “Not a Hero” e “End of Zoe” (dalla durata di un’oretta e mezzo ciascuna) che completano la deriva action, andando a strizzare l’occhio se vogliamo agli orfani della precedente trilogia, ma che tutto sommato ci regalano una piccola rivincita verso le mostruosità che ci hanno tenuti sulle spine per tutta l’avventura principale.

Consigliatissimo, non c'è altro da aggiungere!

Mi preme metterlo subito in chiaro, se ci si avvicina a questo titolo con un'aspettativa del tipo "my pants are ready" si resterà alquanto delusi.
DS non è affatto un titolo hardcore, pensato per mettere alla prova la tempra del giocatore; il buonismo che riserva nei confronti di quest'ultimo risulta anzi essere talora addirittura eccessivo, con il risultato che il tutto smette di far paura fin troppo presto (ad esempio non appena ci si accorgerà che le munizioni non scarseggiano mai, dato che il gioco provvede a spargere in giro solo quelle delle armi che avremo equipaggiate).
Emblematico in tal senso anche il comportamento delle musiche di sottofondo; queste non solo non giocano mai con i nervi del giocatore, come insegnato dai classici del genere, ma addirittura lo aiutano, avvisandolo perentoriamente, con il cambio di registro, della presenza in zona di una minaccia concreta.
Sempre sotto il profilo delle velleità horror ho poi trovato opinabile anche la scelta che riguarda il mutismo del protagonista, che sembra così procedere in questo inferno di budella e arti mozzati fluttuanti con una sicurezza degna quasi di un automa. Non dico che mi sarebbe piaciuto sentirlo ansimare come Lara Croft nella sua ultima incarnazione, ma un minimo di umanità nel protagonista non avrebbe guastato imho.
D'altro canto sotto l'aspetto tecnico il gioco è tutto quello che un titolo triplaA dovrebbe essere, curato nei dettagli, solidissimo e massiccio graficamente, e una volta che si accantonano le aspettative survival per abbandonarsi all'essenza action del titolo, questo si lascia portare a termine più che piacevolmente. Alcune sequenze poi, come quelle nel vuoto o a gravità 0, pur non essendo a conti fatti nulla di inedito, riescono a risultare fresche e godibili, mascherando meccaniche di gioco stranote dietro un'apparente originalità.

La struttura ad episodi, la tensione scaturita dal vedere avverarsi gli eventi contenuti nelle pagine del manoscritto, i vari e numerosi omaggi letterari e cinematografici, l’uso della torcia nel gunplay etc. sono tutte caratteristiche che rendono questo Alan Wake un titolo unico ed intrigante.
I DLC sono sicuramente la parte più onirica di tutto il gioco, che forse nei 6 episodi base aveva già dato tutto quello che aveva da dare, ma sono inclusi gratuitamente nella versione PC quindi tanto meglio.
Tra l'altro ottimo il porting da console.
Imperdibile per gli amanti dei giochi con buona trama ed atmosfera, potrebbe risultare invece un pò piatto e ripetitivo per i virtuosi del joypad; il mio consiglio resta quello di disattivare l'HUD, indossare buone cuffie per godersi a pieno l'ottimo comparto sonoro, e lasciarsi trascinare nelle vicende di Bright Falls.

La colpa è forse di una campagna promozionale male impostata, non saprei, ma non credo di essere stato l'unico ad aver approcciato questo titolo aspettandomi un clone di God Of War. Niente di più sbagliato: a Darksiders le sessioni di brutale hack’n’slash non mancano di certo, ma queste vengono fuse, in una sintesi perfetta, con elementi di esplorazione e backtracking ottimamente realizzati, rendendolo di fatto lo zelda-like oscuro e violento che molti di noi avevano sognato da ragazzini.

Il gameplay è quello ormai classico, sebbene completissimo, del TPS di ultima generazione, con l'introduzione di qualche elemento basico di controllo della squadra (in franchezza più velleitario che altro).
Non si può certo dire invece che la fotografia e la sceneggiatura offerte da questo titolo siano anch'esse canoniche, non lesinando in scorci da apocalisse e scene forti, ma soprattutto regalandoci una prospettiva inedita di quello che dovrebbe essere lo schieramento dei "buoni". Interessanti anche le scelte morali, una volta tanto ben riuscite dal punto di vista emotivo del giocatore, sebbene alla fine non vadano ad influire sull’esito degli eventi.

Nonostante la pesante eredità si dimostra un titolo eccellente, in cui l’avidità ludica derivante da un’impostazione marcatamente cinematografica trova abbondante compensazione nella cura riposta in aspetti come la narrazione, il doppiaggio e la ricostruzione delle ambientazioni anni ’40/’50.