Dan Elfini
Canada
 
 
Negare che i videogiochi possano essere arte è come negare che lo possano essere musica, letteratura, cinematografia, fotografia e quant'altro.
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Review Showcase
16.9 Hours played
Tra i giochi più creativi che mi sia mai capitato di giocare,
Un mix di generi e di stili unico nel suo essere. Da provare e giocare per capire.

Inscryption inizia come un card game mischiato a un escape room, dove queste due componenti si influenzano a vicenda, con delle intuizioni decisamente originali e credo mai viste prima.
La prima volta che lo giocai lo abbandonai poco dopo, una volta arrivato alla prima barriera (un boss) che faticavo a battere.

Ricominciato di recente, ho scoperto la vera essenza del gioco, specialmente il punto chiave che sta dietro alla progressione: più giochi e più diventa semplice.
Ottieni più strumenti, più risorse, più possibilità e più carte, anche da creare quasi a piacimento.
Infatti è stata una di queste ultime che mi ha permesso di superare l'Atto 1.

Per poi, con una mossa a sorpresa, cambiare completamente genere, in un simpatico Atto 2 in 8-bit, strettamente legato all'Atto 1 e all'intera storia e lore del gioco.
Si aggiungono nuove meccaniche, nuove carte e nuovi modi di giocare. Non mancano certe citazioni (specialmente nell'Atto finale, con riferimento a Yu-Gi-Oh)
Nell'Atto 3 si ritorna allo stile dell'Atto 1, con tema e meccaniche diverse, ma sempre correlate e in parte già anticipate nell'Atto 2. Per poi arrivare al grande finale.

Questo gioco mischia trama e gameplay in un intreccio davvero unico, estremamente creativo e geniale.
Non mancano momenti di smarrimento e cali di ritmo, ma una volta entrati nel giusto mood, il gioco regala una perla dietro l'altra.

Un'esperienza da vivere in maniera genuina, blind e serena.
Non abbiate paura di perdere diverse partite e di sperimentare. Non perdete nulla, potete solo ottenere nuovi strumenti e imparare di più sul gioco, per arrivare inevitabilmente a batterlo, prima o poi.

PS: c'è pure un "finale segreto" incredibilmente assurdo, che crea un ulteriore gioco nel gioco, come se quello base non fosse abbastanza. Genialità a non finire.

Consigliato per Steam Deck, con il dovuto layout dei controlli (non supporta nativamente i controller)


Pregi:

+ Uno stile unico
+ Creatività fuori dal comune
+ Forte intreccio tra trama e gameplay

Difetti

- Alcuni cali di ritmo
- Alcuni concetti nascosti
- Difficoltà altalenante
Review Showcase
12.9 Hours played
Un gioco di una genialità incredibile.
Sotto un aspetto terribilmente semplice, nasconde dei livelli di profondità impareggiabili.
Difficile spiegarlo, ma proviamoci.

Come primo impatto, direi che Tunic può essere definito bene come un mix tra Zelda e Dark Souls.
Da Zelda prende lo stile dell'avventura, del combattimento e dell'importanza degli oggetti per migliorare il parco mosse del personaggio e dell'esplorazione.
Da Dark Souls un certo livello di difficoltà, il reset dei nemici e il potenziamento delle stats ai "falò" (e altri dettagli minori).

E già qui il risultato è più che apprezzabile. Un gioco dalla struttura semplice, ma ben eseguita, con uno stile tutto suo e una progressione intrigante, grazie a quello che è a tutti gli effetti il vero protagonista dell'intero gioco: il manuale.
Un'idea a dir poco geniale, che dona a Tunic non uno, ma molti più livelli di profondità che si scoprono piano piano, sempre di più, raggiungendo vette inimmaginabili.

Esplorando la mappa, troveremo piano piano dei frammenti di una manuale in-game, che andrà ricomposto piano piano nel corso dell'avventura.
Questo manuale è il fulcro di tutto.
All'inizio ti spiega gli aspetti base del gioco, come il combattimento, i momenti di vulnerabilità, gli oggetti, i potenziamenti, ecc...
Poi ti introduce passo a passo nella lore e nella trama del mondo di gioco. Chi siamo, dove siamo e cosa stiamo facendo.
Infine diventa il mezzo più importante per arrivare alla conclusione, perché senza riuscire a decifrarlo sarà quasi impossibile proseguire negli eventi.

Sì, perché non l'avevo ancora detto: il manuale è da decifrare, dato che è scritto nella lingua del mondo di gioco, quindi perlopiù sfrutteremo le immagini, i segni e le poche parole tradotte nella nostra lingua, per capire cosa fare e dove farlo.
E più impareremo a decifrarlo, più scopriremo una quantità e qualità abnorme di segreti, a dir poco insospettabile a inizio e metà gioco.
Solo verso la fine scopriremo quanto è stratificato e profondo il gameplay di Tunic.
Da alcuni trucchi simili a cheat code fino alla risoluzione di un'enigma molto complesso che permetterà alla fine di sbloccare il vero finale.

Ammetto che per quest'ultimo alla fine ho desistito e ho cercato in internet la soluzione, cosa che sconsiglio di fare per più tempo possibile prima di arrendervi.
Puntate tutto sul decifrare il manuale, almeno per arrivare nella parte finale.
Come ho fatto io, per poi cedere alla tentazione per sbloccare il "true ending" e risolvere i piccoli enigmi che erano rimasti indietro (per rimanere di nuovo stupito dal livello di profondità del gioco).

Difetti non ne mancano.
L'esplorazione è fondamentale e il decifrare il manuale richiede un certo livello di intuito e deduzione, quindi non è sicuramente adatto a tutti.
Il ritmo di gioco è altalenante, per via della difficile interpretazione delle istruzioni e del mondo di gioco.
Il lock di nemici e oggetti crea problemi in situazioni di bersagli multipli e sarebbe stato bello avere a disposizione più tasti per poter usare gli oggetti (solo 3 tasti disponibili).

Ma se riuscirete a superare questi ostacoli, la ricompensa sarà grande.
Tunic non è una perla; è una vera e propria cipolla, da aprire strato dopo strato, fino a raggiungerne il cuore e capire finalmente la vera natura di questo gioiello.

Perfetto per Steam Deck.


Pregi:

- Esplorazione ad alti livelli
- Più livelli di interpretazione
- Mood pienamente azzeccato

Difetti:

- Ritmo altalenante
- Accessibilità complicata
- Alcuni enigmi fini a se stessi